La sostenibilità ha un valore di immediato interesse economico, infatti le località turistiche devono la loro popolarità (e ricchezza) all’integrità delle bellezze naturali. Al contrario, al degrado di quello stesso ambiente naturale, corrispondono flussi turistici in declino, con dirette conseguenze sul PIL della destinazione e di tutta la filiera.
Nel 1987, la World Commission on Economic Development (rapporto Brundtland “Our Common Future”) definisce il concetto di sviluppo sostenibile in: “ciò che incontra i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare le loro esigenze”.
Secondo tale rapporto, le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area per un tempo illimitato, cioè non alterano l’ambiente (naturale, sociale e artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche.
Il turismo sostenibile pone alla base del proprio sviluppo un piano mirato a garantire la competitività della località turistica in una prospettiva di lungo periodo, compatibilmente con obiettivi di sostenibilità ecologica, socio-culturale ed economica, cioè salvaguardando l’identità e la vocazione del territorio e delle persone che lo vivono.